Atmosfere eteree synthwave arrivano fin dal primo pezzo “Escape” con questo basso che la fa da padrone nel suo dettare la linea ritmica. Il cantato è caldo ed intenso ed ogni tanto arriva qualche frase di sax e suoni tanto retrò/anni 80. Poi c'è il solo di sax stupendo a fine pezzo per sigillarlo. Il chorus tanto orecchiabile subito ti conquista. Ascoltando questi suoni come non pensare a film come Karate Kid o al recente “Stranger things” di Netflix o al videogame “Out Run”.
Si continua con “Awakening” e qui il synth è tanto sci-fi con synth basso di accompagnamento che sembra uscito da un sintetizzatore Moog. Belle le melodie e le armonie trovate. Mix, master e produzione sono proprio eccellenti come pure il songwriting. Buona anche la distribuzione delle frequenze e la dinamica. Si sente davvero tanto che Alex Vecchietti ha esperienza da esportare in tutto il mondo.
Poi si continua con “Awake” e qui sembra di ascoltare qualcosa dei Depeche Mode in salsa synthwave. Molto apprezzabili gli stacchi e come si avvicendano i pattern sonori tra loro. Alcuni refrain catalizzano tanto il focus dell'ascoltatore. “Awake” è una delle migliori della serie senza dubbio. Poi arriva la title-track “Blessed” e qui abbiamo qualche frase di chitarra prima di entrare nel solito impianto sonoro electro tanto fiammante. Che altezze raggiunge il cantato e che intensità!
“Better angels” pure mi fa pensare subito a qualcosa dei Depeche Mode. Encomiabili alcuni cambi del beat, proprio indovinati. Segue “Neon groove”. Tanto sci-fi sound pure qui. Synth basso da paura per come si presenta con solo di chitarra da accompagnamento. Un loop da risentire mille volte questa “Neon groove”, mi ha colpito tanto e mi ha fatto entrare in una sorta di locale con luci al neon, un locale alla “San junipero” di Netflix.
Con “On the flesh” ci avviamo verso la fine del disco. Un altro pezzo tanto stimolante e anni 80. “Summer romance” chiude il tutto. Che suoni squillanti ci sono in questo pezzo e la cassa dritta che fa vibrare il nostro cuore. Poi parte quel basso che sembra essere la presenza predominante di questo disco, il “deus ex machina”.
Alex Vecchietti ci trasporta in un mondo “avveniristico” e retrò allo stesso tempo, un mondo sonoro del quale non riusciamo a saziarci. Come non premere di nuovo il pulsante play dopo che il disco è finito. Un disco da assuefazione per nerd e non solo, un disco da assuefazione che va sorseggiato piano, un disco che è come un drink dai colori accesi da bere nel nostro suddetto locale dalle luci al neon mentre al video game cerchiamo di arrivare al livello successivo o mentre ci avviciniamo alla ragazza o al ragazzo da “approcciare” con il nostro look sfrontato, “spettinato” dopo aver varcato la soglia del locale e parcheggiato la nostra Ferrari Testarossa(Out Run)….
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