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"LA GATTA CENERENTOLA" IN ANTEPRIMA A NAPOLI LUNEDI 11 SETTEMBRE AL MODERNISSIMO

In anteprima per i napoletani, arriva in sala al cinema Modernissimo di Napoli, nella serata di lunedì 11 settembre, "La gatta cenerentola", il film di animazione che ha stregato Venezia 74, conquistato già la critica e soprattutto Vincenzo Mollica, storico inviato del TG1 al lido per la kermesse, che ha speso grandi parole entusiastiche per il nuovo film dei creatori de "L'arte della felicità". La pellicola, realizzata dalla Mad Entertainment con Rai Cinema e Big Sur, è in Concorso in Orizzonti alla 74esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Arriverà ufficialmente in sala il 14 settembre, ma lunedì 11 sarà possibile fruire dell'anteprima per il pubblico alle ore 20:30 al Cinema Modernissimo, biglietti in prevendita presso il Cinema Modernissimo e oppure collegandosi al link: https://www.cinemaz.com/prenotazione-biglietti/multicinema-modernissimo-napoli.html . La storia, che affonda le radici fin nell'antico Egitto con la prima assoluta versione di Cenerentola nella Storia, e che passa dal Medio Oriente nei secoli per tradizione orale fino in Occidente in Europa, per poi essere scritta dal Basile in Italia nell'allora Regno di Napoli nel '600, è questa (ovviamente riadattata): Cenerentola è cresciuta all'interno della Megaride, un'enorme nave ferma nel porto di Napoli da più di 15 anni. Suo padre, ricco armatore della nave e scienziato, è morto portando con sé nella tomba i segreti tecnologici della nave e il sogno di una rinascita del porto. La piccola vive da allora all'ombra della temibile matrigna e delle sue perfide sei figlie. La città versa ora nel degrado e affida le sue residue speranze a Salvatore Lo Giusto, detto 'o Re, un ambizioso trafficante di droga che, d'accordo con la matrigna, sfrutta l'eredità dell'ignara Cenerentola per fare del porto di Napoli una capitale del riciclaggio. La nave, infestata dai fantasmi-ologrammi di una tecnologia e di una storia dimenticate, sarà il teatro dell'intera vicenda e metterà in scena lo scontro epocale tra la miseria delle ambizioni del presente e la nobiltà degli ideali del passato. Il futuro della piccola Cenerentola e della povera città di Napoli sono legati ad uno stesso, sottilissimo, filo.

"Proponiamo – spiegano i quattro registi Alessandro Rak, Dario Sansone, Ivan Cappiello e Marino Guarnieri – la rielaborazione di una favola che appartiene al nostro patrimonio culturale. Basile ha trascritto i racconti del popolo, i racconti delle mamme e delle nonne di Napoli. È una favola del ‘700 e, diversamente dalla Cenerentola tradizionalmente intesa ci sono elementi più cruenti che abbiamo inteso conservare. Così come abbiamo conservato un’ambientazione noir e abbiamo mantenuto tutti gli archetipi della favola”.

C’è una Napoli particolare in questa trasposizione cinematografica, prodotta da Luciano Stella e Maria Carolina Terzi con il contributo di Mauro Luchetti. “Ambientiamo – continuano gli autori de film di animazione – la favola in un presente parallelo, in un futuro improbabile. C’è un aspetto magico che viene valorizzato attraverso la presenza degli ologrammi. L’idea è quella di descrivere luci ed ombre di una città. Che non è Napoli ma che può essere Napoli. Attraverso questo tipo di narrazione abbiamo il modo di sentirci nel vivo di una città, di contribuire al cambiamento di una città”. Il cartoon “La Gatta cenerentola” ha avuto un prestigioso riferimento teatrale nel maestro Roberto De Simone. È stato riferimento anche per i quattro registi della MadEntertainement? “Noi – dicono – abbiamo inteso regalare questa fiaba al cinema così come De Simone l’ha portata in teatro. Siamo fortemente legati alla fiaba originaria che ci dà il nutrimento narrativo. Ci piace raccontare storie che possano andar bene ai ragazzi, ai nonni, ai genitori, e quindi ad un pubblico trasversale. Nella storia ci sono aspetti impegnativi che possono indirizzarsi ad un pubblico adulto. Bisogna vincere in qualche modo il pregiudizio secondo il quale un film di animazione è indirizzato solo ai più piccoli. Così è stato per l’Arte della Felicità che poi ha avuto una sua fruizione ampia”, chiosano i magnifici quattro.


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