«Giffoni è un luogo magico perché c'è ancora la voglia di aggregarsi, di ascoltare gli altri di godere del cinema e per di più con una passione rara da trovare nelle persone: questo mi dà un'immensa fiducia nell'umanità». Ai nastri di partenza dell’edizione 47 del Giffoni Film Festival, Jasmine Trinca ha salutato così i giffoners che l’hanno accolta venerdì 14 luglio, primo giorno della kermesse, con uno straordinario entusiasmo per l’incontro di “Meet the Stars”. La protagonista di tanti film d'autore del più recente cinema italiano è già stata alla cittadella del cinema il 21 marzo scorso per un piccolo evento dedicato a Slam - Tutto per una ragazza, il nuovo film di Andrea Molaioli tratto dall’omonimo best-seller di Nick Hornby. «Il Giffoni Festival è anche un luogo della memoria per me, uno dei primi posti che mi ha accolto come attrice» ricorda la Trinca, che torna con il pensiero all'edizione 2001, anno del debutto, appena diciannovenne, in "La Stanza del Figlio" di Nanni Moretti, Palma d’oro a Cannes, con cui ha poi girato successivamente anche il famoso film su Berlusconi, “Il Caimano”. «Rispetto ad allora inevitabilmente sono un'altra, semplicemente perché sono diventata grande e non ho più quell'esplosività, quel tratto selvaggio che avevo da giovane, anche nelle mie prime interpretazioni» racconta ai Generators, i ragazzi immersi nella magica atmosfera del Festival. «In un certo senso la Magia è entrata nella mia vita proprio col provino per quel film» racconta, ma è subito pronta a consigliare ai ragazzi di «non credere tanto nella magia, quanto nella propria determinazione e nella libertà. Sappiate che potete sbagliare strada nella vita: non volevo fare l'attrice, ero iscritta ad Archeologia, infatti ora ci vorrebbe un pizzico di magia per terminare gli studi» scherza, evocando il tema Into the Magic del GFF 2017. Ma l'esame dei giurati non è meno impegnativo: con lei ripercorrono la sua filmografia, fatta di ruoli intensi e di grande spessore umano e artistico, che prossimamente si arricchirà dell'interpretazione di Ilaria Cucchi nell'opera prima di Alessio Cremonini, "Sulla mia pelle", prodotto da Cinema 11 e distribuito da Lucky Red con Alessandro Borghi nel ruolo del fratello Stefano, film sul caso di cronaca che merita ancora giustizia.
«Il film si basa sugli atti processuali e ripercorrerà la storia di Stefano Cucchi dall'arresto alla morte. Mi avvicino al ruolo di Ilaria con un gran rispetto, un profondo senso di responsabilità e con un approccio decisamente lontano da quello della semplice attrice che vuole interpretare un personaggio. Ho avuto modo di incontrarla, ma non con l'idea di rubarle qualcosa da portare sul set: sarebbe pornografia - afferma senza esitazioni l'attrice - Non c'è un ruolo da costruire, ma c'è da raccontare una donna che porta su di sé non solo il peso della perdita del fratello ma anche quello di una battaglia pubblica. Cercheremo di restituirle quell'umanità ormai nascosta dal ruolo di combattente e di mostrarne la vita da sorella. Penso che questa donna, dopo aver dato tanto a tutti noi, debba avere qualcosa indietro». Un ritorno a quel cinema di impegno civile che le mancava da un po' alla protagonista di Fortunata di Sergio Castellitto, reduce dai fasti della Croisette di maggio scorso, che è stata premiata venerdì col Giffoni Experience Award, il consueto premio per le star che fanno tappa alla cittadella del cinema di Giffoni Valle Piana.