Ti racconto la politica - Capitolo 88
Non c’è dubbio che la politica sia una materia complessa, dunque difficile da seguire, capire e conoscere, però è la base su cui si sviluppa ogni organizzazione, amministrazione e norma della società civile; allora, darsi da fare per conoscerla e capirla è utile, doveroso e perfino intelligente per ogni cittadino.
Per gioco del destino o debolezza del popolo o intrusione della prepotenza, quando accade in particolare che essa finisca nelle mani di individui indegni e privi di scrupoli come succede ormai da qualche decennio nel nostro Paese, dunque alla nostra società, allora diventa imperitura la necessità di sapersi documentare e destreggiare per conoscere con meno superficialità la politica e i suoi meccanismi.
La conoscenza però, non può derivare dalla facilità di suggestione e dalla conseguente emotività; essa deve essere una ponderata necessità dettata dalla capacità d’attesa e dall’intelligenza.
Nessuno può confutare che il nostro popolo viva un’epoca in cui é piegato, sfruttato e martoriato da una politica di regime che l’opprime, giorno per giorno, per non dire del ripetersi dei casi di cittadini che vanno via dall’Italia o che addirittura si suicidano.
Nel mondo si sono vissute molte rivoluzioni e ribellioni ma le poche, anzi pochissime che la storia annovera come effettivi successi popolari e non come occulte manovre del potere, sono state veramente vinte dal popolo solo quando questo ha saputo condurle con intelligenza e capacità di strategia.
Urlatori e fanfaroni non hanno vinto mai nulla, essi non sono affatto portatori di forte personalità né sono dei “duri”, come si sentono e come amano definirsi; sono invece dei ciarlatani che trovano sostegno nella facile suggestionabilità di un popolo stanco ed emotivo che li immagina come illuminati da raro intuito e indole rivoluzionaria.
Non può esistere successo nel rifiuto di capire e non esiste impegno né lavorativo né sportivo né progettistico né politico né di nessun tipo, che possa condurre al successo e alla vittoria se non dietro una lunga, profonda e competente preparazione.
È ovvio che non si possa sapere tutto di tutto, ma è deplorevole pretendere di parlare e proporre strategie relative a cose di cui, nonostante si sappia molto poco, si ha la pretesa di passare come intenditori.
Nelle decine di capitoli che precedono, questo corso ha descritto, anche minuziosamente, trucchi, abitudini, veleni e vergogne che certa quotidianità riferisce a modo suo; si tratta però di scorrettezze e perversioni così vere e inconfutabili che, nonostante siano stati pubblicamente invitati presidenti, ministri e deputati a offrirsi per eventuali contraddittori circa gli squallori descritti, nessuno si è fatto avanti.
La politica vigente si permette di maltrattarci con troppa facilità; saremmo più intelligenti se la smettessimo di disperdere inutili parole e speranze al vento e se sapessimo limitare, almeno in parte, la nostra propensione popolare a farci attrarre dal fascino di ciarlatani e fanfaroni.