TI RACCONTO LA POLITICA CAPITOLO 37
Per le operazioni congressuali di voto, come abbiamo visto, si possono prevedere diverse tipologie di liste relative all’elezione dei candidati, ovvero dei nuovi o riconfermati dirigenti del partito.
Le liste unitarie chiuse o aperte, le liste concordate, le liste contrapposte delle quali parleremo presto ed eventuali altre “diavolerie” inventate magari all’occorrenza, nello specifico congresso di questo o quel partito, sono caratterizzate da un motto e descritte sempre come uno strumento volto al rispetto della regola democratica; invece, si tratta di sotterfugi ipocritamente ponderati per assicurare che ogni fase dei lavori congressuali si svolga secondo le pianificazioni stabilite nel tavolino del preordino dei congressi, che abbiamo descritto nel capitolo n.23 e richiamato in successive occasioni.
È ovvio pensare a un parallelo tra la gestione generalmente arrogante dei lavori congressuali e l’invadenza, non meno assoluta, che la politica istituzionale esercita in ogni sua funzione pubblica, elettorale compresa, salvo descrivere immancabilmente ogni cosa come democratica e volta al bene del popolo.
È corretto evidenziare detto parallelo, per significare che senza una profonda conoscenza dei meccanismi perversi con cui la politica istituzionale si mantiene al potere e proroga la propria prepotenza, nessuna forma di rivalsa popolare potrà essere condotta a successo.
In ogni modo, preso atto di come la lista unitaria, chiusa o aperta che sia, possa blindare il responso pianificato di un congresso di partito, vediamo ora cosa sono e perché si adoperano le liste concordate che, di solito, sono due e raramente di più.
Per la gioia di chi inneggia alla concretezza, stiamo leggendo un passo molto tecnico, come spesso il lettore chiede, ma, chissà perché, la descrizione concreta e analitica delle cose, porta molti sedicenti “concreti” a leggere con noia.
Fissato, per esempio, di eleggere un organo direttivo territoriale di 50 membri; le due liste concordate riporteranno i nominativi di 50 candidati l’una, per complessivi 100.
Accordata ogni spartizione e carica, una delle due liste riporterà ovviamente più voti dell’altra; sarà la lista in cui una o due correnti (capitolo n.15) hanno concordato di elencare i propri candidati insieme a quelli della corrente più numerosa.
In linea generale, la lista che prende più voti, elegge i due terzi del comitato (in questo caso, 34 dirigenti) e l’altra un terzo (in questo caso, 16 dirigenti).
I pacchettari maggiori, formata dunque una lista con i nomi dei propri candidati “obbedienti”, prenderanno le prime trentaquattro posizioni, mentre i pacchettari rimanenti o minori, prederanno le prime sedici posizioni nell’altra lista. Le percentuali sono “aggiustate” fino ai decimali, col meccanismo detto “manuale Cencelli” che, dalla notte dei tempi, si utilizza ovunque … partiti, istituzioni e sottobosco.
Tra pochi capitoli inizieremo con la “cronaca in diretta” del congresso, ma prima parleremo delle liste contrapposte e di come si contiene l’eventuale azione del “disobbediente” che non accetta le prepotenze del tavolino del preordino.