Il racconto del corteo contro Salvini è una storia già vista e, soprattutto, prevedibile: pennivendoli e telegiornali fuorvianti e parziali, opinionisti e benpensanti sui social, chi accusa e chi si dissocia.
Proprio tutti hanno fatto il loro racconto che, guarda caso, finisce come al solito per essere una narrazione palesemente distruttiva della città di Napoli.
Ma quali le ragioni di tanto clamore?
Un popolo manifestante composto da chi ha visto aumentare del 300% i morti di cancro nelle cd. zone rosse dopo che nell’accordo Stato-Mafia si prevedeva per la città di Napoli l’acquisto di rifiuti da città norditaliane per lo smaltimento nei nuovi inneggiati (da alcuni) termovalorizzatori, repressione delle opposizioni, razzismo, speculazioni della classe imprenditoriale a danno della magnifica piccola classe artigiana napoletana; da chi, solo per il proprio accento meridionale, ha subito le violenze e le parole d’odio vivendo, per mere esigenze lavorative, nelle città del nord, magari non trovando casa perché “non si affitta ai meridionali”.
A capeggiare, da dietro un microfono ed un monitor, oltre che per circa 30 minuti totali in piazza, il Sindaco De Magistris, poi accusato da quegli stessi media (ma solo dopo averlo prima pubblicizzato a dovere) di fomentare le masse ed inneggiare alla violenza.
Verità o menzogna, la sua posizione tra l’essere sostenitore dei centri sociali e lo schieramento con le Forze dell’Ordine per una città più sicura non è proprio chiara.
Forse è questo il motivo del mancato sostegno al corteo organizzato alle porte del Tribunale di Napoli per l’arresto di due degli otto fermati tra i manifestanti e rispondenti di resistenza e lesioni?
Dietro la gabbia dell’aula 116, alle 13.15 circa di lunedì 13 è stata ordinata l’immediata scarcerazione dei due manifestanti.
Per loro resta, però, l’obbligo di firma tre volte alla settimana dalle ore 14.00 alle 15.00 sino all’udienza fissata per il 17 maggio 2017, a seguito della concessione dei termini a difesa, presumibilmente per una richiesta di rito abbreviato.
Quanto a Salvini, l’idea dell’assenza in una città grande come Napoli di partiti di destra e forte del frazionamento storico che attanaglia la sinistra, ha ben pensato di garantirsi anche lui una fetta dell’elettorato partenopeo, quello che evidentemente in tutti questi anni non ha ritenuto di offendersi dinanzi alle umiliazioni, politica d’intolleranza e discriminazione, anche questi sinonimi di violenza, salvo poi invocare lo Stato e nascondersi dietro i cordoni di polizia.