Ancora emergenza nei luoghi di emergenza, ieri all'Ospedale San Giovanni Bosco, i pazienti in attesa di essere operati sono stati "sorpassati" da quattro pazienti provenienti dalla rianimazione e trasferiti nelle sale operatorie dal momento che in rianimazione non c'era più posto.
Sospese le attività chirurgiche, i medici hanno dovuto mantenere la calma in reparto dal momento che, comprensibilmente e giustamente, forte era il malcontento dei pazienti.
Possiamo immaginare cosa significhi in termini di ansia stare per andare sotto ai ferri e sentirsi improvvisamente dire che è tutto sospeso e rimandato a data e/o luogo da definirsi.
Questo è certamente inaccettabile e sono anni che i medici negli ospedali campani lottano tra incertezze e tagli scriteriati, entrando nelle sale operatorie con le spalle più pesanti, come se non bastasse il carico di responsabilità associato ad un lavoro così delicato.
Paolo Fierro, chirurgo otorino del San Giovanni Bosco, sottolinea che i governi attuali e passati (Caldoro in particolare) si sono precipitati a chiudere i Pronto soccorso e i posti di rianimazione in gran parte dei vecchi ospedali senza approntare un'alternativa.
Il metodo dei tagli orizzontali alla spesa sanitaria non ha per altro alcun impatto economico positivo, dal momento che non si taglia chirurgicamente dove ci sono gli sprechi e fenomeni di "presunta" corruzione come quello emerso pochi giorni fa all'Istituto Pascale e che ha portato all'arresto del primario Francesco Izzo e sono probabilmente la punta di un enorme Iceberg, bensì, aldilà di ogni etica sociale, vengono spazzati via dalla mattina alla sera servizi sanitari salvavita.